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Salve, come capitano la prima intervista non poteva che spettare a te. Raccontaci: come nasce l’idea di formare una squadra di calcio a 5 in parrocchia?
Ciao. Diciamo che le origini della squadra si perdono in un passato troppo lontano. Infatti da sempre si sono formate squadrette parrocchiali che hanno preso parte a tornei più o meno importanti. Ad un certo punto, su consiglio di Giorgio Porro (attuale presidente regionale CSI), abbiamo deciso di formare una squadretta vera e propria che ha iniziato a partecipare solo all’Oratorio Cup, un torneino estivo che coinvolgeva diverse realtà parrocchiali.
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Poi, nel 2010, che cosa è successo?
E' successo che, stanchi di partecipare solo ai brevi tornei estivi, decidemmo di creare ufficialmente la ASD e iscriverci al torneo di calcio a 5 del CSI. Insieme a Marco Marino, il presidente, e ad Andrea De Rango e Pierfrancesco Spera, ci siamo riuniti e abbiamo fatto nascere la San Carlo Borromeo ASD partecipando al nostro primo campionato di B.
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Come è andata?
Male. Iniziammo come peggio non si poteva, accumulando sconfitte una dietro l'altra. C'è da dire che noi eravamo inesperti e in pochi. All'inizio come allenatore si scelse Gianluca Toscano che, per motivi familiari, fu praticamente costretto a lasciare a stagione in corso. Allora si decise di puntare sull'esperienza di un mister come Francesco Salituro con esperienze importanti alle spalle nel calcio a 11 dilettantistico cosentino.
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I risultati cominciarono ad arrivare...
Si. Ma voglio premettere una cosa: se all'inizio arrivarono tante sconfitte non era certo colpa di mister Toscano. Quando, a cavallo dei due gironi, la squadra iniziò a funzionare di più furono diversi fattori ad incidere. La rosa fu rinforzata e il mister poteva dedicarvisi anima e corpo. Così arrivarono i primi punti e le prime soddisfazioni.
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Arrivò anche la salvezza?
Sinceramente non ricordo come ci classificammo alla fine perché, all’epoca, non esisteva ancora la serie C, e di conseguenza non c’erano nemmeno retrocessioni. Però ricordo che vincemmo la Coppa Disciplina che, secondo i regolamenti di allora, ci permise di partecipare alle fasi regionali in provincia di Reggio. Nonostante fummo sonoramente sconfitti da squadre più esperte ed attrezzate di noi fu un’esperienza fantastica che servì tanto a cementare il gruppo.
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Un breve excursus per arrivare da quella prima stagione ai giorni nostri alla vigilia di questo campionato che sarà il settimo per la vostra squadra.
L’anno dopo ancora Salituro e facemmo bene in Serie B, senza però raggiungere i playoff. A fine campionato l’allenatore ci lasciò e arrivò un giovanissimo Ciccio Praticò. Raggiungemmo quasi inaspettatamente la finale dell’Oratorio Cup che perdemmo solo nei minuti finali. Ma la grande stagione fu quella successiva (2012-13 ndr) nella quale conquistammo i play off e perdemmo solo in finale. Tuttavia la promozione in serie A arrivò lo stesso grazie ad un ripescaggio. Le prime due stagioni in serie A hanno avuto alterne fortune. Il primo anno, dopo un inizio difficile, la salvezza la raggiungemmo in maniera abbastanza agevole nel girone di ritorno. Il secondo invece sul campo perdemmo il play out ai rigori, ma già sapevamo di mantenere la categoria perché i nostri avversari non si sarebbero iscritti la stagione successiva. Però abbiamo aggiunto una coppa disciplina al nostro palmares.
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L’anno scorso?
Forse la stagione più travagliata, con Praticò che ci lascia per aiutare un amico in difficoltà al Quattromiglia. Iniziamo con mio fratello Marco al timone. Ma la squadra fa fatica a ricompattarsi e subisce diverse e pesanti sconfitte, anche con compagini sulla carta meno attrezzate della nostra. Ad un certo punto, prima di Natale, Marco si dimette e, vista la difficoltà di trovare a campionato in corsa qualcuno, si decide di affidare a me la guida tecnica della squadra. Conoscendo praticamente tutti da tempo ho provato a ricomporre il gruppo dal punto di vista psicologico e alla fine siamo riusciti, da squadra, a conquistare la salvezza in una sfida decisa solo dai calci di rigore. Il ricordo più bello è il mio rigore, decisivo, che mi ha procurato uno strappo che mi ha costretto al riposo per mesi. Infine la splendida cavalcata dell’Oratorio Cup spezzata solo in finale ai rigori, che stavolta ci sono stati fatali.
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Insomma, alle porte di questo nuovo campionato, quale il messaggio da consegnare?
Dal punto di vista sportivo abbiamo trovato mister Loria che ci può garantire tanta esperienza e competenza. Ma quello che è più importante e che da sempre è stata la nostra missione è il fatto di divertirci e di portare a tutti i sani valori dello sport: sincerità, amicizia, lealtà e sana competizione. Buon campionato a tutti.
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